I Libri che mi sono rimasti nel ❤

sabato 22 giugno 2013

Coffee Book #3 Amabile Giusti



Effy: Ho la fortuna di ospitare nel mio piccolo mondo Amabile Giusti!
Benvenuta!
Sono molto felice di poter parlare un po’ con te. 

A.G: Anche io sono molto felice, grazie del tuo invito!

Effy: Mi toglieresti una piccola curiosità?
È una domanda un po’ strana lo ammetto ma sarei curiosa di capire se il tuo nome è uno pseudonimo che utilizzi nella scrittura oppure è il tuo vero nome?

A.G: È il mio vero nome, per quanto insolito possa sembrare. Anche mia nonna paterna si chiamava così. E ti svelo che non è l’unico: il mio nome completo è Amabile Emilia Carolina.

Effy: Gli E-book ormai stanno diventando una realtà importante nel mondo dei libri, credi che possano sostituire completamente il cartaceo? 

A.G: Penso proprio di no, finché ci saranno persone che, come me, non riescono a sottrarsi al fascino d’un bel tomo da sfogliare coi polpastrelli, al fruscio delle pagine che scorrono, al profumo di un libro nuovo e alla tenerezza di un libro vissuto, perfino al piacere delle piccole orecchie, in cima ai fogli, per tenere il segno quando siamo costretti a staccarci dalla lettura. Certo, gli e-book salvano la vita di tanti bravi alberi e risolvono molti problemi di spazio, ma mi auguro si possa raggiungere una specie di accordo bonario tra la carta vera e quella finta.

Effy: Qualche settimana fa ho partecipato personalmente alla petizione in tuo onore per la richiesta di vedere il prima possibile il secondo volume di Odyssea in libreria, ne sapevi qualcosa? Puoi darci qualche bella notizia?

A.G: Sì, so dell’esistenza di questa petizione, e ringrazio di cuore la ragazza, ormai un’amica per me, che l’ha promossa. Purtroppo, però, non sono in grado di fornire alcuna notizia in proposito. Non so se e quando il secondo volume di Odyssea vedrà la luce della pubblicazione. Più persone si associano alla petizione meglio è. Dunque, perché non partecipare?

Effy: Si dice che per essere veri scrittori bisogna essere anche dei poeti in fondo in fondo, secondo te è vero? Ti senti un po’ poetessa dentro di te?

A.G: Che bella domanda, e quanta verità c’è in questa affermazione. Non ho l’ardire di definirmi poetessa, così come non riesco ad attribuirmi nemmeno la fin troppo onorevole qualifica di scrittrice ( che associo a personaggi di ben altro calibro) ma ho comunque iniziato a scrivere cimentandomi nella poesia. Fin da ragazzina creavo brevi versi che placavano la mia fame di parole e raccontavano di me stessa a me stessa. Perché li leggevo soltanto io, naturalmente.

Effy: Non si può dire che tu sia una scrittrice emergente ormai, come è stato per te emergere? Voglio dire sicuramente è stato complicato ma ricordi un episodio particolare che ha segnato la tua vita nella scrittura quando stavi emergendo? 

A.G: Ti dirò, io mi sento ancora sommersa. Comunque, se per emergere si intende pubblicare per la prima volta, è accaduto nel 2009: non ero una ragazzetta di primo pelo, ero già una sorta di “primipara attempata”. Non ricordo un episodio particolare, perché l’età matura e la lunga gavetta, se così possiamo definire il tempo trascorso prima di firmare un contratto serio, mi ha permesso di vivere questa nuova esperienza senza l’agitazione d’una ragazzina, con più pragmatismo e senso della realtà. Ciò che ricordo bene, invece, e che mi fa battere il cuore, è l’emozione della scrittura: quando è nata l’idea di Odyssea, quando ho scritto Cuore nero, quando ho pianto per un finale, quando ho sorriso per una battuta. È questa per me la più grande magia: la creazione delle storie, dei personaggi.

Effy: Se potessi essere un libro, quale saresti e perché?

A.G: Un libro solo? Abbastanza difficile…. Diciamo Persuasione di Jane Austen, anche se non è il romanzo che preferisco di questa autrice. Perché Anne Elliot mi somiglia molto e mi identifico intensamente nel suo pensare e nel suo giudicare il mondo che la circonda.

Effy: Personalmente non ho ancora concluso il tuo libro Odyssea, ma iniziando a leggere la trama e i primi capitoli mi sono accorta che hai scelto dei nomi molto particolare per i tuo personaggi, c’è un motivo particolare? 

A.G: Ogni nome ha un senso ed è ispirato da qualche caratteristica del personaggio, o da un mio omaggio a qualcuno. Ad esempio: Odyssea evoca Ulisse. Jacko è il nome, un po’ storpiato, d’un musicista che amo: Jaco Pastorius.

Effy: C’è qualcosa di cui proprio non puoi fare a meno mentre ti dedichi alla scrittura? Hai qualche piccolo aneddoto da raccontarci?

A.G: Quando scrivo, scrivo e basta. Non c’è nulla di cui non possa fare a meno, salvo un pc e la mente sgombra. Non ho bisogno di musiche particolari in sottofondo, anche se non mi dispiace talvolta qualche buon brano a farmi compagnia. Non importa se è giorno o notte. Una volta ero più attenta, selettiva, precisina: adesso ciò che conta è buttare giù righe, con il sole e con la pioggia, senza vincoli o limitazioni.

Effy: Leggendo la tua biografia nel tuo website www.amabilegiusti.com/ ho scoperto che sei un’avvocatessa. Ti sembrerà strano probabilmente però mi sarei immaginata a questo punto di leggere libri più sul giallo e thriller che fantasy. Come mai hai scelto questo genere letterario, c’è un motivo particolare?

A.G: La professione di avvocato ti costringe al massimo della concretezza. Per me la scrittura è anche evasione, invenzione, fuga dal senso pratico e dalle limitazioni delle leggi fisiche. Il fantasy mi permette di uscire dai binari della logica. Allo stesso tempo, tuttavia, sono un’accanita sostenitrice della regola per cui anche una storia di fantasia deve risultare verosimile, insomma il lettore deve poter dire: ok, non è vero, però, tutto sommato, potrebbe esserlo.

Effy: Personalmente fin da piccola sono sempre stata affascinata dalle vecchie culture e leggende, nelle tue ricerche ti sei imbattuta in qualche leggenda particolarmente interessante? Ti va di raccontarcela?

A.G: Ho sempre amato i miti greci, ma non ho mai scritto nulla al riguardo. Mi dispiace non poterti raccontare alcuna leggenda intrigante. Ciò che scrivo è pura invenzione, che risente senza dubbio del mio bagaglio di letture ed esperienze: ma non attingo scientemente a nessuna fonte.

Effy: Cos’è secondo te l’Urban fantasy e come dovrebbe essere?

A.G: L’urban-fantasy dovrebbe mescolare la finzione e la realtà. In un contesto riconoscibile, dovrebbe inserire intrecci di pura invenzione. Il suo limite è che, spesso, è destinato a un pubblico giovanissimo, e come tale utilizza uno stile fin troppo semplice, lineare, e poco creativo, o affronta temi appena adolescenziali Alcuni hanno detto, ad esempio, che Cuore nero ha una prosa pomposa, fiorita, pesante, o che è un po’ troppo horror in certi passaggi. Come se urban-fantasy dovesse essere necessariamente sinonimo di soggetto predicato e complemento, o di storie per ragazzine giovani giovani. Il che è profondamente ingiusto, secondo me. Ci sono belle storie e brutte storie, più o meno intense, ma non è il genere che dovrebbe fare la differenza, e anche un urban-fantasy dovrebbe poter essere destinato a un pubblico meno young.

Effy: I tuoi romanzi sono a sfondo fantasy possiamo dire, credi un po’ in queste cose oppure per te è semplicemente fantasia? 

A.G: L’avvocato che c’è in me, che sopravvive nonostante tutto, non mi permette di crederci davvero. Ma credo che stia in questo il bello, la magia della scrittura: raccontare cose che sai essere irreali e renderle credibili.


Sei stata davvero molto gentile a concedermi quest’intervista! Ti andrebbe di condividere qualcosa di particolare con i nostri lettori? A te la scelta..

Grazie, è stata una conversazione piacevolissima. Nulla da aggiungere se non...leggete, leggete, leggete, perché leggere libera la mente da tutte le manette.
Ti ringrazio moltissimo mi ha fatto davvero molto piacere parlare con te e conoscerti meglio..

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