Ciao a tutti!
Alcune settimane fa ho avuto il grandissimo piacere di parlare con un'autrice che io stessa ho definito di grande talento e per nulla emergente..
Ciao
Anita, Emozioni D'Inchiostro è felicissima di ospitarti qui e parlare con te.
Solitamente la classica domanda di apertura è: Chi è veramente Anita? Oppure:
Che sogni ha Anita? Ma io vorrei differenziarmi un pochino e chiederti un'altra
cosa...
Effy: Hai scritto
un libro che parla di Streghe, ti senti anche tu un po' strega? In cosa si
differenzia l'Anita “Strega” dalla ragazza che tutti conoscono?
A.B: Salve a voi dello Staff e a tutti
i lettori del blog Emozioni d’Inchiostro, è un piacere essere qui con voi oggi.
Non sono una strega perché non
pratico, al contrario delle protagoniste di Brûlant, rituali magici o incantesimi. Se dovessi scegliere però
un’etichetta sarebbe quella di Spiritualista ed è un lato di me che tutti
conoscono, sono una persona estremamente cristallina.
Effy: Per la
maggior parte degli scrittori, la trama rappresenta lo scoglio più difficile da
creare perché non si sa mai cosa dire e non dire, lo è stato anche per te?
A.B: Prima di iniziare la stesura ho sempre una trama ben chiara nella mente,
questa può subire delle lievi variazioni ma nel complesso rimane fedele
all’idea iniziale. Per me la parte più difficile non è stata quella di creare
una trama originale ma quella di renderla verosimile amalgamando realtà e
finzione.
Effy:
Cosa c'è
di te nei personaggi che hai descritto? Perché proprio le streghe?
A.B: Ho donato a ognuno dei miei personaggi un pezzo di me, una sfaccettatura
del mio carattere, della mia visione del mondo e le mie conoscenze in ambito
esoterico.
Le Brûlant non sono solo delle streghe ma delle vere e proprie
Spiritualiste perché non praticano soltanto rituali di antica memoria ma basano
le loro esistenze sulla metempsicosi e il Karma, concetti di natura orientale
che di rado vengono presi in considerazione nella letteratura occidentale. Era
mia intenzione quella di rivalutare la figura della strega bistrattata per
troppi secoli, il titolo infatti è una parola francese che in italiano vuol
dire “bruciante”; l’ho scelta proprio per onorare tutte quelle donne che sono
finite al rogo per stregoneria.
Effy:
Restando
in tema “Streghe” mi chiedevo come mai hai fatto una scelta tanto “difficile”
diciamo, scegliendo di descriverle come la storia ce le racconta e non come il
fantasy insegna?
A.B: Perché volevo offrire al lettore
qualcosa di diverso da leggere e che fosse al tempo stesso verosimile per
rendere la magia alla portata di tutti.
Effy:
Parlando
con te, ho scoperto che hai svolto moltissime ricerche prima di poter scrivere
il tuo romanzo, ti andrebbe di parlarcene?
A.B: Molte delle nozioni che troverete
in Brûlant sono frutto dei miei studi,
studi che ho iniziato circa una quindicina di anni fa. La documentazione è
stata complessa perché ho azzardato dei collegamenti fra culti e filosofie agli
antipodi e ho cercato dei punti in comune che potessero essere utili ai fini
della trama.
Effy:
Come ci
si sente “tenendo tra le mani” la propria creatura?
A.B: Sono una persona sensibile e non
ti nascondo che quando ho avuto Brûlant
per la prima volta tra le mani mi sono commossa come una sciocca. Vedere
realizzato un proprio progetto, dopo tanti mesi di duro lavoro, è una
sensazione indescrivibile.
Effy:
La
scrittura nella tua vita quale ruolo gioca, e quali soddisfazioni hai raggiunto
con questo canale comunicativo?
A.B: Lavorando come WebWriter ha un
ruolo fondamentale nella mia vita.
Scrivo quotidianamente ma la
scrittura creativa è un’altra cosa, offre molta più soddisfazione a livello
personale. Ringrazio infatti tutti i fan che tramite la pagina Facebook del
romanzo mi dimostrano il loro affetto e apprezzamento verso la congrega.
Effy:
Che rapporto
hai con l’editoria digitale? Sei un lettore digitale oppure preferisci il
cartaceo?
A.B: Preferisco il digitale ma per una
questione meramente pratica, mi capita di leggere più libri in contemporanea ed
è molto più semplice averli su un unico supporto.
Effy:
Cosa ti
piace e cosa non ti piace dell'editoria italiana?
A.B: Mi piace il rapporto che molte
case editrici hanno instaurato con i propri lettori coinvolgendoli nelle fasi
di pubblicazione come a esempio i concorsi per la creazione delle copertine.
Non mi piace che molti talenti
nostrani vengano messi da parte a favore di autori stranieri.
Effy:
So che
hai scelto l'autopubblicazione, come mai? Non credi nell'editoria oppure c'è un
altro motivo?
A.B:
Credo nell’editoria ma è raro che
un autore venga pubblicato da una casa editrice di grandi dimensioni al suo
primo romanzo, ho optato quindi per l’autopubblicazione, in futuro chissà.
Effy:
Ti
piacerebbe scrivere un romanzo con un tuo fan?
A.B: Beh sta già avvenendo in parte,
sto completando la stesura di un’antologia urban fantasy con altre colleghe
scrittrici e fan delle Brûlant.
Effy:
Quando
revisioni i tuoi lavori sei molto critica? Rendici partecipi, dicci cosa
critichi spesso?
A.B:
Sono estremamente critica ed
esigente con me stessa, non voglio che il lettore rimanga deluso da una mia
creazione e quindi rileggo il testo più volte per determinare la coerenza di
personaggi e trama. I dialoghi senza ombra di dubbio sono quelli che critico
più spesso, una parola detta di troppo, o di meno, fa decisamente la
differenza.
Effy:
Immagino
uno scrittore mentre si dedica al suo manoscritto e riesco a visualizzare
solamente milioni di fogli sparsi ovunque, tu sei disordinata quando metti giù
le idee oppure sei molto ordinata e
precisa?
A.B:
Il problema è che le idee vengono
dei momenti più improbabili e io ho una memoria pessima, di conseguenza, ho
sempre in borsa una Moleskine sulla quale annotarle prima che svaniscano.
Grazie,
un abbraccio
Anita
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